From: dgkilday57
Message: 63594
Date: 2009-03-09
>Inverse graphy of <.i.> for /h/ is now commonly accepted, I think. This is an epithet of Reitia in the dat. sg. meaning 'Healer, Purifier' vel sim., /sahna(:)tei/ which we can connect with Latin <sa:na:re>, <sa:nus>. But the stem is *sagh-no- or *sag^h-no-, so its root cannot directly be connected with the other groups of IE words which you cite.
> The following is yet another of Torsten's horribly long postings. I'm
> afraid I can't do it any other way, the correspondences are not point-
> to-point semantic matches, but field-to-field, so to speak, I
> discovered that some old root *san,- "public verdict" seems to lie
> behind Northern IE and Jeniseian and perhaps Uralic perception of
> what is right and true.
>
> La Lengua Venetica II
> [occurrences of particular words in Venetic inscriptions]
> S´ainatei
> s´a.i.naie.i. (Es 25, 44, 54, 64);
> s´a.i.nate.i. (Ca 18, 22, 23, 27, 67, 68);
> .s´.ainate.i. (Ca 20);
> s´.i.naþei. (Es 58);
> s´a.i.nat. (Ca 6);
> s´a.i.na[ (Es 68);
> s´aina[ (Ca 11);
> ]nate.i. (Es 27);
> s´a.i.n.s´.(r)e.i. (Es 56).
> Puo esserne un'abbreviazione s´ (Es 43, 58 11).
> ...
> Epliclesi di divinità a Este e a Lagole, attestata unicamente con
> uscita in -et, di dativo, dedicatorio, tema in -i (teoricamente
> possibile anche tema in consonante). Per la formazione nominale è
> stato proposto : o un suffisso -ti- (Krahe) in funzione di nomen
> agentis, secondaria rispetto alla funzione di nomen actionis (1); o
> una formazione -a:ti- « ...qui fournit des éthniques en latin, en
> osco-ombrien, et, sans doute en vénète même (altina:tes, etc), ainsi
> qu'en « illyrien » et en celtique » (Lejeune [167]. p. 220). Nel
> primo caso vi è la difficoltà rilevata dal Pisani (LIa) che, ad
> esempio, in Némesis e Lákhesis il significato « quella che assegna o
> vendica » e « quella che determina la sorte » sarebbe derivato, per
> Némesis da un più antico « azione di attribuire a qualcuno » e per
> Lákhesis da « destino » (Bacide presso Erodoto IX, 43). Un processo
> di questo tipo non è escluso in venetico, ove una analoga formazione
> di nomen actionis funziona da teonimo (Fora), e si ha nella
> terminologia « centrale » (2) del divino (tipo Moi~ra, ai~sa., a. sl.
> BogU) : inoltre quale sia il valore di una formante, una volta usato
> per un'epiclesi divina acquista un valore d'agente non in virtù
> morfologica, ma perchè la divinità è vista attivamente in relazione
> ad una data sfera semantica, indicata dalla radice (cfr. s. v. Porci).
>
> L'ipotesi dell'etnico, formalmente impeccabile, trova gravi
> difficoltà: lo stesso etnico sarebbe riferito a due divinità diverse
> in due luoghi di versi (Este e Lagole) ; in più a Lagole sarebbe
> attribuito alla divinità il cui nome in -ati- presenta, sempre
> secondo il Lejeune, la struttura di etnico : dunque una « dea di
> *Trumusio, dea di *Tribusio » sarebbe anche « dea di *Saina » come
> Reitia. Il Lejeune, escluso (sulla base della lettura s´a.i.-) il
> confronto con latino sanare prospetta un'ipotesi a largo l'aggio.
> Nella lista di Plinio (ITI, 69) di popoli del Lazio che al suo tempo
> non esistevano più, sono menzionati anche i Manates, Macnates
> (varianti : Macnales Maenales) ; sulla scia di a. Rosemberg per cui
> nel passo vi sarebbero interpolazioni e duplicazioni (3), rifacendosi
> alla notizia di Verrio Fiacco (in Festo, 474 L) che riporta un passo
> dello XII tavole ove si associano i Sanates e i Forcti (4), e
> richiamandosi pure a Gellio (XVI, 10) che cita dei Sanates, il L.
> ritiene che la forma autentica nel testo di Plinio sia con s- e che
> il presunto errore (M) « ...s'éclairera si l'on suppose qu'une des
> sources indirectes de Pline était un texte orthographiant le nom des
> Sanates avec un s´ initial, de forme M : probablement une inscription
> du V siècle apposée au lieu des réunions de la Ligue Latine; une
> lecturc fautive (s' pris pour m) serait à l'origine de la tradition
> recueillie par Pline ». Un legame col venetico, sarebbe reso
> probabile dai seguenti fatti : la designazione di una popolazione da
> una qualità fisica o morale (Forctes-Sanates) « est fréquente dans le
> domaine qui va des Celtes aux Illyriens » ; nella stessa lista sono
> menzionati i Venetulani; il tipo Rutuli (*-dh- > -t-) si ritroverebbe
> nel Veneto in barbaruta e Rutuba; è costante s´ in S´ainatei e la
> speciale qualità della sibilante è provata dal nome proprio Zanatis
> in area illirica (CIL III 14620) ; e infine « Entre Sain- (Vénétie)
> et San-/Zan- (Latium, Dalmatie) se manifeste une opposition qui
> ressortit aux alternances bien connues dans l'onomastique illyrienne,
> entre ai et a... » ; la nota si conclude (p. 224) con un intervento
> filologico sul testo pliniano. L'ipotesi non è convincente per la
> laboriosità della dimostrazione (che tra l'altro si basa su ripetute
> correzioni al Lesto) e specialmente perché accettando l'alternanza
> ai/a toglie automaticamente il proprio punto di partenza: la lettura
> suina- come impedimento al confronto con sanare. anche all'intero di
> questo circolo, sia ai/a: che s´- si giustificano nell'area venetica
> non in area latina, in cui, se pure si devono accettare le correzioni
> paleografiche al testo di Plinio, si deve ricorrere a una spiegazione
> fuori del Lazio e si potrà, al massimo, vedervi un altro indizio dei
> legami tra venetico e latino: quindi il venetico costituisce il prius
> nella dimostrazione.
>
> Meglio il Whatmough [75], che confronta il gruppo del latino sanare
> (v. Walde-Hofmann II, p. 476 s. v. sanus) che non ha etimologia sod
> disfacente fuori dell'italico. La difficoltà posta da -ai- si può
> appianare seguendo il Krahe [139], con l'alternanza -a-/-ai- rilevata
> nella zona veneto-illirica e con la non opposizione grafica, indice
> di uno status fonologico particolare, di .i./h che poteva, in alcuni
> casi generare un'alternativa ai/a (con possibili fenomeni di grafia
> inversa : v. pp. 17-18). I dati archeologico-culturali sono a favore
> di questa spiegazione : i santuari di Este e Làgole presentano
> caratteristici ex voto di culti latrici (5) e, sia Reitia Pora (cfr.
> s. vv.) di cui S´. è epiteto, sono divinità guaritrici. Singolare la
> forma s´a.i.n.s´.re.i., ove il Lejeune vede una ripetizione dei nomi
> in forma abbreviata : s´a.i.n(ate.i), s´(a.i.nate.i.) re.i.(tiia-i.)
> re.i.tiia.i.; noi pensiamo a una speculazione magica, una specie di
> incastro formulare (s´a.i.n.s´.se.i. ha lo stesso numero di lettere
> del corretto s´a.i.nate.i). Un lapsus sarà s´.i.naþe.i. piuttosto che
> un indizio di monottongazione (nel qual caso .i. sarebbe puntato
> contro le regole : analogo caso in r.i.tiia.i.).