Re: *san,- , "judged"?

From: tgpedersen
Message: 63597
Date: 2009-03-11

--- In cybalist@yahoogroups.com, "dgkilday57" <dgkilday57@...> wrote:
>
> --- In cybalist@yahoogroups.com, "tgpedersen" <tgpedersen@> wrote:
> >
> > The following is yet another of Torsten's horribly long postings.
> > I'm afraid I can't do it any other way, the correspondences are
> > not point-to-point semantic matches, but field-to-field, so to
> > speak, I discovered that some old root *san,- "public verdict"
> > seems to lie behind Northern IE and Jeniseian and perhaps Uralic
> > perception of what is right and true.
> >
> > La Lengua Venetica II
> > [occurrences of particular words in Venetic inscriptions]
> > S´ainatei
> > s´a.i.naie.i. (Es 25, 44, 54, 64);
> > s´a.i.nate.i. (Ca 18, 22, 23, 27, 67, 68);
> > .s´.ainate.i. (Ca 20);
> > s´.i.naþei. (Es 58);
> > s´a.i.nat. (Ca 6);
> > s´a.i.na[ (Es 68);
> > s´aina[ (Ca 11);
> > ]nate.i. (Es 27);
> > s´a.i.n.s´.(r)e.i. (Es 56).
> > Puo esserne un'abbreviazione s´ (Es 43, 58 11).
> > ...
> > Epliclesi di divinità a Este e a Lagole, attestata unicamente con
> > uscita in -et, di dativo, dedicatorio, tema in -i (teoricamente
> > possibile anche tema in consonante). Per la formazione nominale è
> > stato proposto : o un suffisso -ti- (Krahe) in funzione di nomen
> > agentis, secondaria rispetto alla funzione di nomen actionis (1);
> > o una formazione -a:ti- « ...qui fournit des éthniques en latin,
> > en osco-ombrien, et, sans doute en vénète même (altina:tes, etc),
> > ainsi qu'en «illyrien» et en celtique» (Lejeune [167]. p. 220).
> > Nel primo caso vi è la difficoltà rilevata dal Pisani (LIa) che,
> > ad esempio, in Némesis e Lákhesis il significato «quella che
> > assegna o vendica» e «quella che determina la sorte» sarebbe
> > derivato, per Némesis da un più antico «azione di attribuire a
> > qualcuno» e per Lákhesis da «destino» (Bacide presso Erodoto
> > IX, 43). Un processo di questo tipo non è escluso in venetico,
> > ove una analoga formazione di nomen actionis funziona da teonimo
> > (Fora), e si ha nella terminologia «centrale» (2) del divino
> > (tipo Moi~ra, ai~sa., a. sl. BogU) : inoltre quale sia il valore
> > di una formante, una volta usato per un'epiclesi divina acquista
> > un valore d'agente non in virtù morfologica, ma perchè la
> > divinità è vista attivamente in rela­zione ad una data sfera
> > semantica, indicata dalla radice (cfr. s. v. Porci).
> >
> > L'ipotesi dell'etnico, formalmente impeccabile, trova gravi
> > difficoltà: lo stesso etnico sarebbe riferito a due divinità
> > diverse in due luoghi di versi (Este e Lagole); in più a Lagole
> > sarebbe attribuito alla divinità il cui nome in -ati- presenta,
> > sempre secondo il Lejeune, la struttura di etnico : dunque una
> > «dea di *Trumusio, dea di *Tribusio» sarebbe anche «dea di
> > *Saina» come Reitia. Il Lejeune, escluso (sulla base della
> > lettura s´a.i.-) il confronto con latino sanare prospetta
> > un'ipotesi a largo l'aggio. Nella lista di Plinio (ITI, 69) di
> > popoli del Lazio che al suo tempo non esistevano più, sono
> > menzionati anche i Manates, Macnates (varianti : Macnales
> > Maenales) ; sulla scia di a. Rosemberg per cui nel passo vi
> > sarebbero interpolazioni e duplicazioni (3), rifacendosi alla
> > notizia di Verrio Fiacco (in Festo, 474 L) che riporta un passo
> > dello XII tavole ove si associano i Sanates e i Forcti (4), e
> > richiamandosi pure a Gellio (XVI, 10) che cita dei Sanates, il L.
> > ritiene che la forma autentica nel testo di Plinio sia con s- e
> > che il presunto errore (M) « ...s'éclairera si l'on suppose
> > qu'une des sources indirectes de Pline était un texte
> > orthographiant le nom des Sanates avec un s´ initial, de forme
> > M : probable­ment une inscription du V siècle apposée au lieu des
> > réunions de la Ligue Latine; une lecturc fautive (s' pris pour m)
> > serait à l'origine de la tradition recueillie par Pline ». Un
> > legame col venetico, sarebbe reso probabile dai seguenti fatti :
> > la designazione di una popolazione da una qualità fisica o morale
> > (Forctes-Sanates) « est fréquente dans le domaine qui va des
> > Celtes aux Illyriens » ; nella stessa lista sono menzionati i
> > Venetulani; il tipo Rutuli (*-dh- > -t-) si ritroverebbe nel
> > Veneto in barbaruta e Rutuba; è costante s´ in S´ainatei e la
> > speciale qualità della sibilante è provata dal nome proprio
> > Zanatis in area illirica (CIL III 14620) ; e infine «Entre Sain-
> > (Vénétie) et San-/Zan- (Latium, Dalmatie) se manifeste une
> > opposition qui ressortit aux alternances bien connues dans
> > l'onomastique illyrienne, entre ai et a...» ; la nota si conclude
> > (p. 224) con un intervento filologico sul testo pliniano.
> > L'ipotesi non è con­vincente per la laboriosità della
> > dimostrazione (che tra l'altro si basa su ripetute correzioni al
> > Lesto) e specialmente perché accettando l'alter­nanza ai/a toglie
> > automaticamente il proprio punto di partenza: la lettura suina-
> > come impedimento al confronto con sanare. anche all'intero di
> > questo circolo, sia ai/a: che s´- si giustificano nell'area
> > venetica non in area latina, in cui, se pure si devono accettare
> > le correzioni paleografiche al testo di Plinio, si deve ricorrere
> > a una spiegazione fuori del Lazio e si potrà, al massimo, vedervi
> > un altro indizio dei legami tra venetico e la­tino: quindi il
> > venetico costituisce il prius nella dimostrazione.
> >
> > Meglio il Whatmough [75], che confronta il gruppo del latino
> > sanare (v. Walde-Hofmann II, p. 476 s. v. sanus) che non ha
> > etimologia soddisfacente fuori dell'italico. La difficoltà posta
> > da -ai- si può appianare seguendo il Krahe [139], con
> > l'alternanza -a-/-ai- rilevata nella zona ve­neto-illirica e con
> > la non opposizione grafica, indice di uno status fono­logico
> > particolare, di .i./h che poteva, in alcuni casi generare
> > un'alterna­tiva ai/a (con possibili fenomeni di grafia inversa :
> > v. pp. 17-18). I dati archeologico-culturali sono a favore di
> > questa spiegazione : i san­tuari di Este e Làgole presentano
> > caratteristici ex voto di culti latrici (5) e, sia Reitia Pora
> > (cfr. s. vv.) di cui S´. è epiteto, sono divinità guaritrici.
> > Singolare la forma s´a.i.n.s´.re.i., ove il Lejeune vede una
> > ripetizione dei nomi in forma abbreviata : s´a.i.n(ate.i),
> > s´(a.i.nate.i.) re.i.(tiia-i.) re.i.tiia.i.; noi pensiamo a una
> > speculazione magica, una specie di incastro formulare
> > (s´a.i.n.s´.se.i. ha lo stesso numero di lettere del corretto
> > s´a.i.na­te.i). Un lapsus sarà s´.i.naþe.i. piuttosto che un
> > indizio di monottonga­zione (nel qual caso .i. sarebbe puntato
> > contro le regole : analogo caso in r.i.tiia.i.).
>
> Inverse graphy of <.i.> for /h/ is now commonly accepted, I think.
> This is an epithet of Reitia in the dat. sg. meaning 'Healer,
> Purifier' vel sim., /sahna(:)tei/ which we can connect with Latin
> <sa:na:re>, <sa:nus>.

Which makes 'sainatei reitiai' et sim. mean "to Restored Order".


> But the stem is *sagh-no- or *sag^h-no-, so its root cannot
> directly be connected with the other groups of IE words which you
> cite.

In case it wasn't clear in my posting, I claim that *san,(W)- is not IE (alone the root /a/ makes it suspect), which means it can.


> Etruscan seems to have borrowed this stem in the form *sacn- from a
> non-Italic IE language, probably of the Illyrian type, whence also
> Etr. <lautni> 'freedman' etc. (Ill. *sag-na-, *laud-na-).

Why not from something pre-IE?


> The Etr. forms occur in funerary and ritual texts and are more
> likely to refer to purity than health, but that provides no certain
> base for inferring the original sense of IE *sag(^)h-.

"Verdict" or "judgment" would make nice sense in that context too.


Torsten