Foug- "buy"

From: tgpedersen
Message: 62610
Date: 2009-01-27

Pellegrini/Prodoscimi
La Lengua Venetica
'Bukka
phu.k.ka (Es 46).
Pauli, pp. 269, 332-3: PID III, p. 36; Lejeune 204, p. 77; Id. 205,
pp. 262; IsVen., p. 213; Pellegrini, 242, p. 319; Untermann, VP., pp.
145, 190.
Nome indiv., probabilmente femminile (tutti i chiodi sono dedicali da
donne); inesistente l'esempio con appos. masch. adotto dal Lejeune
[205] in Es 10 (cfr. vol. I). Femminile è Bucca (CIL III, 3788; Igg)
che si accompagna a Bucio nella stessa iscrizione. Secondo il rapporto
femm. -a : masch. on- (Venna : Vennon-, Enna : Ennon- ecc.)
l'eventuale maschi le doveva corrispondere a *Bukko:(n) (cfr. il Bucco
dell'Atellana-) : l'or inazioni espressive (cfr. s. v. Makknos), di
significato trasparente, cfr. lat. bucca (Ernout-Meillet, p. 77) e i
nomi della stessa base nell'Italia centrale (cfr. Schulze, ZGLE, pp.
130, 350); nel nostro caso di origine celtica (1). Per il Norico
l'Untermann ritiene i nomi in Buc(c)- dei « Kurznamen » del tipo
Buctor (cfr. s. v. Foug-): per l'elementarità della formazione è solo
una possibilità.
(1) [Cfr. anche De Simone in « Gnomon », XXVIII, (1966), p. 387 donde
ricavo che una nuova attestazione è stata pubblicala da J. Sas^el. «
Ziva antika » V, 1965, pp. 373-383 che, dalla distribuzione
geografica, ne dimostrerebbe l'origine dal Norico ].

F(o)ug-
vh.o.u.xo.n.te[.i.] (Es 13); vho.u.xo.n.ta.i. (Es. 40);
vho[.]u[.]xo.n.ta.i. (Es 80) ; vho.u.xo.n.tiiaka (Es 56) ;
vho.u.xo.n.tio.i. (Es 79); vho.u.xo.n.tna (Es 40) ; vho.u.xo.n.tha (Es
58) ; vho.u.xota (Es 76) ; vhoxo.n[.]ta (Es 43) ; vhoxot­na.i. (Es
88); huxene.s. (Ca 67); hew.xo[? (Ca 35); vhuxia (Es 42, 47);
vhuxia.i. (Es 57, 82); vhuxiia (Es 55-58); (v)huxiia (Es 54); vhuxsiia
(Es 44, 48); fovgo (Es XXXII); fovgo[ ? (Es LII); fovgontai (Es 105,'
106, 111): fo[xxxx]ai (Es 106); fvgenia (Es 111): fuxsiae (Es 10);
fvxs (Es XVIII) ; fvgisoniai (Es 105) ; [assai dubbia la lettura
[v]heuxo in Pa 18 bis] ; al filone appartiene forse vhu.k.s.sia.i. (Es
2 ; altra lettura : vhuko.s.siia.i.), [vhuxiio.i. nel nuovo testo da
Padova, vol. I, p. 654]. Pauli, AFo, pp. 113-7 passim; Deecke, 29, p.
69; Pauli, pp. 233, 265-7. 274-5, 316-7; Schulze, ZGLE, p. 46; Hirt,
62, p. 606; Much, « Sit­zungsber. Wien-Anth. Ges. » XLVII (1916-7), p.
40; Sommeb, 77, p. 101; Ribezzo, 78, p. 91 ( = 271); Krahe, « IF »,
XLVI.I (1929), p. 95; Id., « Glotta » XVII (1929), p. 95; Id.,
Lexikon, p. 51; Hempl, 92, p. 167 (= 353); PID, pp. 58, 108, 111, III,
p. 21; Vetter, 107, p. 198; Krahe, 116, pp. 573, 574; Pokorny,
Urgeschichte, pp. 8, 120-1; Krahe, 124, p. 121; Id., 130, p. 134;
Kretschmer, 132 ter, pp. 138-9); Borceaud, 133, pp. 68 sg. passim;
Krahe, 137, p. 91; Beeler, 140, pp. 17, 19, 20, 26; Krahe, 145, p. 23
(nota 49), 27; Lejeune, 167, p. 205; Maybr, Feschrift Egger, I,. p.
353; Haas, 171, p. 231; Pellegrini, 180, p. 73; Mayer, 190, p. 18;.
Lejeune, 194, pp. 128, 132, 140, 141, 142, 164; Pellegrini, 200, p.
288; Lejeune, 204, p. 72; Id., 205, pp: 242-3; Id., 208, p. 13;
Pellegrini, 212, p. 468; Krahe, 214, pp. 117, 118; Lejeune, 216, pp.
33 sgg. passim; IsVen., pp. 175-6, 207-8; Krahe, Sprache, pp. 9, 73;
Meyer, Sprache, II, pp. 25-6; Pellegrini, 242, p. 319; Schick, 243, p.
30, 36-7, 49; Lejeune, 248, p. 135; Pellegrini, 253, p. 376;
Untermann, VP, pp. 29, 47, 98, 100, 107-8, 147, 148 (con ulteriori
rimandi); Pellegrini, 264, p. 388; Polomé, 280, pp. 789, 191..
[La complessità e la ricchezza del filone onomastico e la sua
attesta­zione in area non venetica suggeriscono lo stesso procedimento
che per Voltiomno-, con sottodivisione a gruppi secondo l'evidenza
della formazione].
1. Fougonie[i] : dat. sing. di nome indiv., tema in consonante -nt-.
2. Fougonta : nomin. sing. di nome indiv. femm. con mozione -a, dal
precedente; Fougontai id. al dativo.
3. Fougontioi: dat. sing. di appos., in -io- (da 1).
4. Fougontna: nomin. sing. femm. di appos. in -na da 1 : usato forse
come indiv.
5. Fougontiaka : nomin. sing. femm. di appos. (da 1) + suff. -iako-/a
(specializzato per i liberti? cfr. s. v. libertos).
6. Fugia : nomin. sing. femm. di nome indiv., analizzabile in Fug- +
io-/-a primario; Fugiai: id. al dativo.
7. Fugsia : nomin.sing. femm. di nome indiv.; analizzabile in Fug- s
-ia (i dati non permettono di ritenere -gsia sviluppo fonetico di -gia).
7 bis. Fugenes (grafia: hu-) nome indiv. masch., tema in -es come
Kantes, Kuges. Ipocoristico con apofonia radicale v e formazione in
nasale al grado -en- come fvgenia (nr. 15); sta a fougo come Allo :
Allenius, e simili. Questa sicura corrispondenza (cadorino h = merid.
vh-) toglie ogni dubbio alla validità della tesi del Pellegrini (cfr.
s. v. h-) e costituisce un buon appoggio alla lettura heuxo|? Feugo[?
di 12 b. [Fugioi nome indiv. masch., unico parallelo in -o del tipo 6].
[P r e s u n t i l a p s u s o g r a f i e p a r t i c o l a r i ].
8. Fougontai: formaz. di nome indiv. come 2), in posizione di
appositivo nel testo (Es 80) : lapsus per -ontnai (Lejeune. [194] p.
132).
9. Fougota : possibile una formazione autonoma, -ot- parallela ad
-ont- + mozione a ; oppure -to-, con -o- tra radice e suffisso,
parallelo a Leme-to-; (l'Untermann, VP, p. 108, lo esclude perchè
secondo Fuctor si dovrebbe avere un *Fug-to come Leme-tor-: Leme-to- ;
ma l'argomento non è decisivo); è però più verosimile una emissione di
-n- anteconsonantico (come il tipo 2).
10. Fogonta: corrisponde al tipo 2 con -o- per -ou-: omissione
grafica, (il testo non è accurato: manca la puntuazione) o indizio di
una monofton­gazione (1).
11. Fogotnai: usato come nome individ. ; tipo 4, con lo
carat­teristiche - fonetiche o grafiche - di 9 e 10 (in cui
l'omissione di -n- ante consonantico sarà stata favorita da una
tendenza dissimilatoria in una sequenza -ntn ( ?)).
12. Fukssiai : se è esatta tale lettura (come ritiene il Lejeune e
preferisce il Pellegrini [264] p. 388) avremmo il corrispondente del
tipo 7, al dativo, in cui la differenza grafica (-k- : -g-) sarebbe
dovuta ad una divera sensibilità nel rilevare il carattere dolce o
sordo dell'occlusiva avanti s o, meglio, se -ss- — s´ (come in Lessa:
Lss´onikos) conferma che è il carattere della sibilante a modificare
la consonante precedente (v. anche sopra, pp. 9-12).
[P r e s e n t a n o g r a v i i n c e r t e z z e d i l e t t u r
a]|.
12a. (x)ougoi: se la prima lettera (di forma sconosciuta) rappresenta
una grafia per f- o una legatura per vh (2), avremmo qui un dat. di
nome indiv., nomin. *Fougos, corrispondente alla formazione in nasale
fovgo (nr.14). 12 b heugo [? : secondo questa lettura sarebbe un
esempio di corrispondenza cadorino -eu : -ou-, con conservazione del
dittongo -eu- come in Foucont di area « illirica » (ma con f-
venetico); h- cadorino corrisponde a vh ( = f-) [7v. ora 7 bis:
Hugones; cfr. s. v. h-]. Se il nome e completo : nomin. in -o(n),
ipocoristico, uguale a fovgo (Este) ; altrimente la prima parte del
nome pieno Fougont-.
[ I n g r a f i a l a t i n a].
13. fougontai : dat. di nome indiv, (tipo 2).
14. fovgo : nomin. sing. funzione di cognomen, tema in nasale.
15. fvgenia : nome indiv. femm., corrispon­dente a 14; -en-/-on- per
residuo apofonico? (s. v. vanticco : Vantkeni[a). Incerto se u,
rappresenti venet. -u- o -ou- : -ou- testimoniato da fovgo è
bilanciato da -u- in Fugenes (7 bis).
16. fo[xxxxx]ai : dat. di nom. indiv.; a seconda della integrazione
ricade nel n. 2. fo[vgont]ai o n. 15. fo[vgeni]ai, col vocalismo
conservato di fovgo.
17. fvxsiae (Es X): dat. di nom. indiv., corrisponde al n. 7 ; -xs- è
frequente in latino per cui non sarà da speculare su una presunta
latinizzazione della grafia ven. -*kss- del tipo 12. fvxs nome indiv.
femm., nomin., abbreviazione di fvxs(ia).
18. fvgisoniai : dat. sing. femm. di appositivo in -io-/-ia.
(improbabile che funzioni da gentilizio sul modello latino, perchè il
formulario e tipico venetico : fovgontai fvgisoniai brigdinai ego). Il
nome base è un tema in nasale o(n) su una formazione in -s-
corrispondente al tipo 7. L'Untermann (VP, pp. 105-6) parla di
formazioni in -is-, -us- (cfr. latusiaios) alternante col tipo senza
vocale: ma -is- negli esempi dell'U. appare quasi esclusivamente in
nomi da iscrizioni latine (su venet. Akisi[ni]o[ cfr. s. v.) per cui è
probabile che, sull'esempio di -na- : -ina- (il secondo frequentissimo
in epoca di romanizzazione, ma presente anche nelle iscrizioni
venetiche, v. Voltiommninai, ]utina) il suffisso -s- possedesse un
allotropo secondario -is-, potenziato poi per evitare incontri di
suoni estranei ad orecchio latino (quale per esempio, -gs-). Fougont-
ha l'aspetto di un participio ie. in -nt- aggiunto, apparente­mente,
alla radice tematizzata al presente in -o- come nel partic. pres.
attivo pheront- (Schwyzer, Gr. Gr., I, p. 525); secondo l'analisi
pher-o-nt- (consona al paradigma del presente in cui è immesso il
participio greco) si può interpretare foug-o-nt-; niente però si
oppone ad analizzare fougont- con suffisso al grado apofonico o,
aggiunto direttamente alla radice (ont- manca presso i verbi tematici
latini, che continuano il tipo: radice di nt: Leumann, Lat. Gr., p.
329) come mostra l'apofonia -ant-/-at- nella flessione dei participi
indiani (Wackernagel, Altind. Gr. III, pp. 254 sg.) con -a:nti al nom.
acc. neutro pl. (ie. *-o- > sscr. -a:-, cfr. Wacker­nagel, cit., I,
pp. 12 sg.). La continuazione di foug-, da una radice ie. è confermata
dall'apofonia in fug-: insieme alla struttura participiale basta ad
includere una formazione «mediterranea» col suffisso -nt(h)- (su cui
v. Kretschmer, « G1otta » XIV, 1925, pp. 102 sg. ; Id., [132 ter], e
Battisti, Sostrati, pp. 93 sg., 333; ecc). L'esistenza di nomi
etruschi come Larentius, Consentius, Tarcontius ecc. (cfr. Schulze,
ZGLE, p. 482) fa prevedere a priori la possibilità di confluenza di un
-nt- preie. con nt ie., specialmente in aree di periindeuropeismo o in
aree indeuropee a contatto con adstrati alloglotti; in questo caso
(cioè in ambiente non decisamente ie.), la possibilità di isolare la
formazione ie., s'affida alla restrizione degli esempi e alla coerenza
della loro struttura indoeuropeo : quando però, come in ambiente
paleoveneto, si ha a che fare con una lingua ie., l'onere della prova
spetta a chi voglia sostenere il carattere anindeuropeo di una
formazione (v. anche s. v. Voltiomno). La radice è quella di lat.
fugio, fugo (Walde-Hofmann I pp. 556-7; Ernout Meillet p. 520; Devoto,
« AIV ». XC, pp. 1075 sg.). Tale radice (provvisoriamente bheug(h)-,
distinta nel Pokorny. IEW, pp. 152-3, sotto tre lemmi in base ai
significati: 1. « fliehen » 2. « "wegtun, reinigen, befreien »
intrans. « sich retten » 3. « biegen ») offre, riguardo alla sua unità
ie. originaria, due problemi: uno lessicale e uno semantico. Greco,
indiano ( phugo:, bhujáti: senza applicazione della lex Grassmann)
latino (fugo; in veho il risultato di -*gh intervocalico: per la
complessità della continuazione di *-gh-, cfr. figura < *dheigh-
Leumann, Lat. Gr., p. 133, il dato Latino ha minor valore) richiedono
una rad. *bheug-; mentre got. biugan, a. a. ted. biegan « biegen »
ecc. postulano *-gh- per la Lautverschiebung : tale irregolarità non è
decisiva (e non è isolata nelle radici ie. : la tradizione disturbata
può essere dovuta ad una dose di affettività associata al
signi­ficato), e l'oscillazione -gh-/-g si riscontra all'interno dei
raggruppamenti secondo il significato (Pokorny, cit. n. 2-3): -g(h)-
non è dunque decisivo contro l'unitarietà della radice. Il Devoto
(Origini, pp. 235-6) ritiene che il solco tra « piegare » e « fuggire
» si possa colmare con il concetto di « retta strada » e « uscir di
strada » : « ...presso i Germani, in ambienti poco diversi dai
primitivi, l'uscir di strada si e sdrammatizzato e rieso astratto;
presso gli altri, si sono formate delle risonanze affetive che tutti
associamo al fuggire ». Senza prendere posizione sull'unità della
radice, il Pokorny (Urgeschichte, p. 121) pensa a un significato «
liberare » (av. baog- « liberare », baoxtar « liberatore » ecc. (3)) o
a una relazione con lat. fungor (cfr. IEW, p. 153 s. v. 4. bheug «
geniessen »); il Krahe [130] preferisce « piegare, fuggire » per il
confronto con nomi gr. come pheugólimos, Periphúgo:n (Fick-Bechtel.
Die griechischen Personennamen. Gottinga 1894, p. 276). Il Kretschmer
[132 ter] pensa che un significato « fuggire » mal si addica a un nome
proprio (a meno di non inserire, come il Borgeaud, il nome nei motivo
della « ...fuite magique, notion propre aux peuples des cavaliers...
», espanso in Grecia - Italia col denominatore « mondo illirico » : ma
la ricostruzione e scarsamente fondata) ; opta allora per il
significato « liberare », tanto più che av. baoxtar corrisponde a
Buctor/Fuctor- dell'onomastica romana nelle iscrizioni latine
veneto-il­liriche. La presenza del suffisso -tor rende improbabile un
valore intran­sitivo della radice (intransitività, si è visto, poco
adatta a un nome proprio ((Fuggente ») : e d'altra parte un valore
transitivo primitivo e il necessario postulato per legare biegen a
pheúgo: e per interpretare unitariamente la famiglia *bheu(gh). Tale
valore sarebbe conservato nel lat. fugare passato allora
secondariamente alla coniuga/ione denomina­tiva, otto la spinta di
fuga e della opposizione -ere /-are, in verbi cor­radicali, ove -a:re
furnisce il verbo transitivo (Leumann, Lat. Gr., p. 317). Per la
lontananza del confronto iranico, base per un significato «
libera­tore » (o simili), e da preferire a nostro avviso « che motte
in fuga » (3 bis), sia che questo si inserisca in un quadro di società
guerriera sia, come è piu probabile, in un contesto di rituali
apotropaici e magici (forse in connessione con la paura del ritorno
dei morti, su cui Prosdocimi [268]) come indica la frequenza di nomi
femminili. Fugia corrisponde formalmente al lat. (popli)fugia (4), gr.
omer. phúza (z < phugja, cfr. Chantraine, Gram. Hom., p. 232);
l'Untermann (VP, p 118) lo ritiene « Kurzname » del nome pieno
Fougont-: una certa indipendenza è provata dalla diversa apofonia
radicale; più verosimile che una formazione autonoma sia stata usata
secondariamente come ipocoristico. Lo stesso vale per Fugsia, in cui
il Krahe [137] crede di rincontrare la formante « alteuropäische » -s-
(su cui Krahe, Der Fluss­name A p s a , in Indogermanica. Festschrift
Krause, Heidelberg 1960, pp. 11 50, Id., « BzNF » XII (1961), pp.
31-34, 152-155): ma il confronte con formazioni come Apsia, Arsia ecc.
(v. anche Krahe, Struktur, p. 296) ha solo un valore formale e non
illumina la funzione di tale suffisso nell'ono­mastica venetica. Che
rappresenti la sincope di un suffisso -is come vuole l'Untermann [VP,
pp. 205-6, 1481 è un errore di prospettiva: -is- (5) è piuttosto una
variante utilizzata particolarmente in epoca di romanizza­zione (v.
18. fvgisonia) [ Di grande interesse è l'espansione del filone
onomastico al di l'unii delle iscrizioni venetiche:]
19. Fuctorius/-a (CIL V 8422: Acquitela): rimanda a un Fuctor.
20. Buc­tor (CIL III 3823: Igg).
21. Feucontis f. (CIL III 10723, 10724 : Smarata presso Loz,
territorio di Lubiana).
22. pheúgaron (Tolomeo II, II : Germa­nia) ; accus. di nome di luogo
su un nome di persona *Fougaros (Krahe [130] pp. 131, 134-5; seguendo
il Much), Il tipo 19 rappresenta con ogni probabilità la continuazione
di un nomen agentis in -tor (come venet. Leme-tor-, Ege-tor-) ; -u-
può rispondere a un antico -n o -ou- (> lat. -u-). L'Untermann
ritiene, sulla base di Buctor (f- v. b-) in area che conserva il
dittongo -eu (21 Feucont-), il quale non può dare lat. u (come ou),
che la forma originaria sia un fug- « Supinstamm » di fronte a foug- «
Praesensstamm ». Ma non pare si possa andare così lontani, sia per
essere -eu- > -ou- una isoglossa non demarcativa perché in
progressioni» (non raggiunge il venefico alpino, che peraltro conosce
Loudera, e, anche nel venetico meridionale, non arriva a comprendere
-*ew + vocale (6)), sia perché Buctor (7) può rappresentare la
contnuazione diretta di *bh- secondo lo schema ie. *bh > ven. f-, «
ill. » b- oppure la rispondenza locale a un f- estraneo secondo un
rapporto sincronico b- : f- (basato sullo schema precedente, ma ormai
indipendente dal suo fondamento eti­mologico). La seconda soluzione
sembra preferibile, dato che si ritrova, inversa, nella coppia Bato :
Fato (cfr. Mayer, Illyr. bato, «Glotta » XXXII, 1953, pp. 302-6; Id.,
Sprache, II, pp. 20-1) in cui b- non continua ie. *bh- (il rapporto b-
: f- nell'area in questione corrisponde esattamente a b- latino: -f-
italico che, fondato su base etimologica, si tramuta in una
correlazione automatica, sciolta dai legami etimologici): in questo
caso anche un'acquisizione (da un'area -eu- > -ou-) posteriore al
verifi caisi del passaggio -eu- > ou- trovava le condizioni per essere
inserita nell'onomastica locale con b- iniziale. Ammessa la
possibilità non si dovrà trascurare il confronto formale (sul
significato vedi le riserve esposte sopra) con avest. baox-tar- che
mostra il dittongo nella radice (ao < *-ou < *-eu- come in raox-sna <
*leuk-sna lat. luna, prenest. losna ecc. cfr. Bartholomae in Grundriss
der iranischen Philologie I pp. 30, 172). Per f- / b- iniziale, l'area
istriana si presenta come area di passaggio, di sfrangiamento dei due
tipi, sia per effetto di fatti antichi sia per conver­genze e
compenetrazioni recenti.'

Feucont-: g/c compare anche altrove: Voltrecis / Voltregis (cfr.
Krahe, Lexikon, p. 130) che però ammette l'azione analogica del
nominativo Voltrex, Voltrecs ( -gs- > -cs-) ; il Mayer (Sprache II, p.
162) ritiene a tolto che Fougont- (trascritto vhouxont-) : Feucont-
rappresenti un riflesso grafico della mancata distinzione etrusca tra
media e tenue ; di scarsa utilità son i confronti ivi addetti a favore
dell'alternanza g/k in « illi­rico », per l'eterogeneità degli esempi
portati.

(1) Tipo latino rustico prenest. losna < *louk-sna, Poloces, ecc.
(Leumann, Lai. Gr., p. 80). I dittonghi e vocali velari sono
particolar mente soggetti a tali passaggi per il minor spazio
articolatorio rispetto alla parte anteriore del palato; per il
parallelismo con le opposizioni delle vocali anteriori si esercita una
pressione strutturale che porta a. compro messi e semplificazioni
(esemplificazione, a proposito di ü < u:, in Haudri­court - Juiliand,
Essai pour une histoire structurale du phonétisme français, Parigi
1949, pp. 100-113).
(2) Il Lejeune in un articolo in corso di stampa, (« Mem. Acc. Pat. »
LXXVIII, 1965-6 [ora edito: v. pp. 514 2|) ritiene s´ di forma
semplificata
la prima lettera: è più soddisfacente' di f. ma resinilo gravi dubbi.
(3) Cfr. Bartholomae, Altiranisches Wörterbuch, Strasburgo 1901, coll.
9l6-7 v. baog- « losen, befreien » ; 917 v. baoxtar « Retter, Befreier ».
(3bis) Questo significato è del resto il precedente della
specializza­zione in ambito iranico, col tramite « che mette in fuga
(i demoni [o simili ' ]) ».
(4) La parola latina, d'ambito sacrale, viene spiegata per lo più
(Walde-Hofmann, Ernout-Meillet, cit.) come « fuga del popolo », donde
il valore intransitivo « fuga » per la parola semplice: ma la forma
vene­tica sembra contraria a un tale significato che male si addice a
un nome di persona e che si riallaccia a Fougont- ove il valore
intransitivo è da includere. Ogni difficoltà scompare se si accetti
per Poplifugia il signifi­cato «allontanamento del popolo» (Devoto in
« AIV » XC, 1930 1, pp. 1075 1085, spec. 1082 sg.) con valore
transitivo: e la transitività è il solo un mezzo per intendere
l'unitarietà del filone onomastico venetico, che porta così un
argomento favorevole all'etimologia del Devoto e mostra un altro lino
affine tra venetico e latino.
(5) Anche la documentazione nei nomi di fiume raccolta dal Krahe
contiene l'oscillazione -s-/-is-/-us- (Arsia : Arusia : Alsa : Alisa :
Karisia Karusios ecc.) in cui è talvolta possibile vedere che -i- e
-u- non appar­tengono al suffisso, Mari-so- : Mari-na, Mari-ka ie.
*mori, lat. mare; Genusos ie *genu, cfr. Krahe, Struktur, cit., p.
302: è probabile che da tali divisioni siano derivati gli allotropi in
-is-/-us-. Sarà difficile sta­bilire se il fenomeno venetico vi si
riallacci, o non sia sorto in seno al venetico stesso por ragioni
parallele.'

Benveniste
Indo-European Language and Society
110-111
'The Gothic verb bugjan translates Greek agorázein 'to buy at the
market', and it also serves for the notion 'sell': fra-bugjan
'po:leîn, pipráskein', with the same preverb as the German ver-kaufen.
Combined with a different preverb, us-bugjan renders exagorazein 'to
repurchase, to redeem'. The root forms also compound noun deriva­tives
: anda-bauhts (abstract in -ti), which translates antílutron 'purchase
price', faur-bauhts, which translates apolútro:sis 'redemption'. It
has long been considered that this root is somehow or other connected
with the root *bheug(h) in Indo-European. But the forms listed under
this root are so confused and their senses so different that Feist
preferred to leave bugjan without an etymology. Perhaps it may be
possible to constitute a family by bringing together fungor 'to
dis­charge a function', fugio: 'flee', Gr. pheúgo: 'flee', phugé:
'flight', Skt. bhuj- 'eat' and also 'fold' (cf. Gothic biugan, German
beugen 'bend') ? If all this is to be brought under a common meaning,
it must be one of rare complexity. In reality it is a jumble of
irreconcilable forms which are in sore need of discrimination:
1) Lat. fungor must be linked with Skt. bhun.kte, present middle, a
nasal form (cf. bhuj-), the primary sense of which is 'enjoy'; but at
an early date it became specified in the sense of 'enjoying food,
consume'. This links up with the Armenian bucanem 'to nourish, bring up'.
2) Gothic biugan 'bend', from *bheugh- could be compared with Skt.
bhuj- 'bend', Lat. fugio, Gr. pheúgo:, these last from *bheug-.
3) Finally, we think that Gothic bugjan 'buy' is to be compared with
the root attested only, but in a very clear way, by Old Iranian: Av.
baog-, which has abundant derivatives in Iranian and signifies 'undo',
'detach' a girdle, a garment and later 'set free' and finally 'save'.
The Av. verb baog- exists with several preverbs; it supplies the agent
noun baoxtar 'liberator'. It has a material, as well as a religious
sense. It was, like other Iranian words, borrowed into Armenian: the
Arm. noun boyz, the present tense buzem 'save' (only from illness) 'cure'.
Very soon the religious sense was emphasized: liberation through the
intervention of a god, of a 'saviour', who must come and deliver
captive creation. It was to express the idea of salvation, redemption,
liberation, that the word was employed, particularly in the vocabulary
of Manichaeism: Parthian bo:z^a:Gar, Persian bo:ze:Gar 'the
liberator', and quite naturally it also expressed the notion of
'redemption' in Christian texts.
The connexion with Got. bugjan may be based on the use of the Gothic
verb and the Greek equivalents cited above. We have seen that -bauhts
is equivalent to -lusis, -lutron 'deliverance, redemption'.
What were the conditions under which this semantic development could
take place ? It could only be in a situation of buying persons, with a
view to liberating somebody who is a prisoner and is offered for sale.
The only means of liberating him is to buy him. 'To buy' is 'to
liberate'. This clearly establishes the relationship with anda­bauhts
'repurchase, redemption'.'

So is Venetic Boug/Foug-ont- etc "merchant"?


Torsten